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Brasile/ L'ex guerrigliera straccia il presidente Lula
Venerdí 03.09.2010 12:00
Brasile in fermento in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 3 ottobre. Secondo gli ultimi sondaggi, Dilma Rousseff, candidata della coalizione al governo di centrosinistra, supererebbe come numero di voti il suo Pigmalione politico, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che ha lanciato la sua candidatura perche' possa succedergli nel Planalto. Lo rende l'agenzia di sondaggi Ibope. Dilma, 63 anni, ex guerrigliera ed ex capo del gabinetto dei ministri, otterrebbe oltre 60 milioni di voti. Quasi due piu' di Lula nelle elezioni del 2006.
Dilma Rousseff e Lula
Ma non solo. Mentre Lula si e' aggiudicato il secondo mandato nel ballottaggio, Dilma, che secondo Ibope, ha ormai il 51% delle intenzioni di voto contro il 25% del suo piu' diretto avversario, l'ex governatore di San Paolo, Jose' Serra, s'imporrebbe gia' al primo turno. Trascinata dalla intatta popolarita' di Lula, che s'aggira da tempo attorno all'80%, la cavalcata dell'ex guerrigliera non ha avuto sosta. Agli inizi dell'anno, lei e Serra erano dati alla pari. Poi via via lo ha superato in modo impressionante: dal 17 agosto ad oggi i suoi consensi sono aumentati di ben cinque punti, mentre il rivale, in corsa per il centrodestra, ma deciso conservatore, ne ha persi quattro.
"'Vincere al primo turno rafforzerebbe la democrazia", ha assicurato sabato la Rousseff, che Lula ha paragonato a Nelson Mandela e gli avversari al venezuelano Hugo Chavez. Lei, nel suo primo spot elettorale ha parlato del suo passato di guerrigliera durante la dittatura (e' stata in carcere ed e' stata torturata). Lo stesso Serra, che ha appena ingaggiato l'esperto indiano Ravi Sing dell'ElectionMall di Washington per tentare di risalire la china, battera' proprio su questo tasto, per evitare una sconfitta che significherebbe la sua morte politica. Ma la Rousseff e Lula ('Se viene eletta, non saro' solo un suo aiutante', ha anticipato) sembrano sicuri della vittoria. Tanto che a Brasilia gia' sono cominciati i giochi per chi fara' parte del suo governo. 'Potrei continuare nell'incarico', ha detto il ministro degli esteri, Celso Amorim. L'opposizione, dato che il trionfo della Rousseff significherebbe 12 anni di potere per il Partito dei lavoratori (Pt) - che potrebbero diventare 16 perche' Lula ha gia' avvertito che si ricandidera' nel 2014 - gia' parla di 'minaccia per la democrazia' e di 'deriva messicana', in riferimento al Partito rivoluzionario istituzionale che resto' al potere oltre 70 anni.
Dilma Rousseff, da guerrigliera a presidente
Una donna, di origini tedesche ed ex guerrigliera durante la dittatura militare negli anni '60, detenuta in carcere per tre anni e torturata. Si chiama Dilma Rousseff e potrebbe essere lei a succedere Luiz Inácio Lula da Silva alla presidenza del Brasile. Diventerebbe la prima donna presidente del più popoloso paese del Sudamerica. Come già accade in Argentina e in Germania.
Si tratta di una candidatura che ha molte chance soprattutto dopo gli scandali di corruzione che nel 2005 hanno travolto i vertici del partito dei Lavoratori (Pt, partito de los Trabajadores), spazzando via i possibili candidati a succedere Lula.
Dilma Rousseff ha infatti preso il posto di José Dirceu, il primo ministro in ordine di tempo a finire nella bufera e costretto a dimettersi perché responsabile dello scandalo di corruzione. Dilma ha tutte le carte in regole per succedere all'ex sindacalista e soprattutto ha dalla sua parte lo stesso presidente. Lula ha infatti fatto sapere che non sarà neutrale alle prossime elezioni del 2010 e che farà campagna elettorale per il "suo" candidato.
Rouseff è considerata un bravo amministratore, austera, precisa. Che gode del rispetto e anche di un certo timore dei colleghi maschi. E' stata definita "un personaggio politico, calcolatamente politico" e con un gran umorismo, come ha scritto una giornalista di Folha de São Paulo, Eliane Cantanhéde. E' una sostenitrice dell'aborto e del matrimonio tra omosessuali, tematiche che però non hanno il beneplacito del suo partito, perché sono "questioni di salute pubblica", ha affermato. Ma è il suo passato a conferirle un'aurea speciale. Per la sua lotta contro la dittatura e a favore della democrazia.
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